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Con questo termine si intendono due tipi, uno riflessivo e uno attivo. Allora meglio precisare!

Quello riflessivo riguarda all’evoluzione degli insediamenti, quando una comunità modifica da sé medesima e volontariamente il proprio ambiente di vita. Così intesa si intende il carattere urbano, per cui ogni generazione riceve dalla precedente una sede che fa sua, elaborandola nella forma e nel modo di usarla  e trasmettendola alla generazione successiva così mutata come fisionomia e come significato.

Il senso attivo invece è strettamente tecnico, e si intende il complesso delle operazioni da svolgere o svolte nei confronti di una unità edilizia o urbanistica nell’intento di  ricostruire una struttura  da essa perduta  ovvero di correggere una esistente ritenuta non idonea. Quello di cui vogliamo parlare noi, è il senso attivo, inteso come intervento di trasformazione di un edificio.

Allora come lavorare ad una ristrutturazione edilizia?

Esso consiste nel ritenere che: A) dato l’oggetto edilizio o urbanistico, esista e sia identificabile una struttura tramite un sistema di relazioni tali da spiegare la loro logica interna e il suo comportamento. B) noto tale sistema bisogna attribuirgli un valore e un giudizio, ad esempio un prestabilito livello di soddisfacimento dei bisogni degli utenti, requisiti o standard urbanistici. C) nel caso che il giudizio sia negativo  si vede se è possibile intervenire sul sistema modificandolo nella maniera dovuta, con il fine di formare un nuovo sistema che corrisponda al termine di confronto prescelto.